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Stereotipie autistiche che cosa sono

Per chi non conoscesse le stereotipie, possiamo dire in poche semplici parole che si tratta della ripetizione sempre identica di determinati schemi comportamentali rigidi, apparentemente privi di senso. Il senso in verità esiste, anche se è molto soggettivo: infatti, ripetere con costanza le stesse azioni rappresenta per il soggetto autistico una fonte di sicurezza, un riparo da stimoli negativi, una valvola di sfogo attraverso la quale manifestare le proprie emozioni o comunicare; infine, possono servire per concentrarsi o per memorizzare gesti e parole.

Le stereotipie interessano:

  • la comunicazione scritta e verbale: reiterazione di frasi e parole, o di simboli e figure quando si tratta del disegno;
  • le attività e gli interessi: ripetizione identica di azioni, che assumono tutta la forma di un rituale (ad esempio il bambino può giocare sempre nello stesso modo, o con gli stessi giocattoli, o focalizzare l’attenzione in specifiche parti di essi);
  • il corpo: tanto quando sta seduto come quando sta in posizione eretta l’individuo può dondolarsi in diverse direzioni, mantenendo il busto rigido come un dondolo;
  • la testa: si riscontrano contrazioni facciali anomale (smorfie), oppure atti lesivi, come sbattere il capo su superfici dure (una parete, il pavimento, un mobile, ecc.);
  • le mani: possono essere impiegate per picchiettare con le dita, oppure per manipolare oggetti, a cui viene impresso un movimento costante (solitamente rotatorio), oppure per compiere gesti violenti contro se stessi, come strapparsi i capelli, o colpirsi la testa.

Come vediamo, le stereotipie sono per lo più innocue, ma possono purtroppo essere anche di carattere autolesivo: è specialmente in questo caso che si rivela essenziale ridurne l’incidenza, fornendo all’individuo altre valvole di sfogo. Oltre ad essere due campi in cui chiunque è libero di esprimere le proprie emozioni e abilità, lo sport e la musica sembrerebbero delle valide terapie utili a sfruttare positivamente i comportamenti stereotipati dei soggetti con disturbi dello spettro autistico e a moderarne la comparsa.

Lo sport può aiutare in caso di autismo

Il supporto che lo sport è in grado di dare a chi è interessato da autismo e la sua capacità di impattare positivamente sull’incidenza delle stereotipie non sono stati ancora confermati scientificamente: nonostante ciò, numerose ricerche tentano costantemente di avvallare questa ipotesi e, comunque, è innegabile che chiunque pratichi attività sportive ne tragga giovamento.

Sulla rivista ‘Autism’ è stato pubblicato uno studio svolto in Canada nel 2016, eretto sull’analisi di documenti preesistenti, con lo scopo di valutare l’impatto che specifici sport hanno sul comportamento di bambini e ragazzi autistici tra 0 e 16 anni. Gli sport considerati sono stati arti marziali, equitazione, corsa, nuoto, danza e yoga.

Si è giunti alla conclusione che queste attività sportive possano agire su più fronti, da quello cognitivo a quello socio-emotivo, fino a giungere ad una riduzione delle stereotipie, soprattutto nel caso delle arti marziali.

Una ricerca dell’Università iraniana di Isfahan ha rilevato come praticare karate kata, una disciplina basata su una serie di azioni codificate che richiedono una esecuzione ottimale, abbia condotto al significativo ridimensionamento delle stereotipie, anche a distanza di tempo, in individui con DSA fra i 5 e i 16 anni.

I motivi non sono ad oggi ancora noti ma sembrerebbe che le stereotipie possano essere controllate grazie ad attività che fanno della ripetizione e della sinergia corpo-mente il proprio fulcro, e che richiedono al contempo alti livelli di concentrazione, tanto fisica quanto intellettiva.

Ecco quindi che anche la musica, avendo simili principi, si rivela una potente terapia per chi è affetto da autismo.

Stereotipie autismo e musica

La musica, come alcuni sport, possiede una struttura precisa e ripetitiva di elementi musicali, la cui rigidità può risultare familiare alle persone con autismo, infondendo in loro sicurezza e aiutandoli a trasformare le proprie stereotipie in un atto di comunicazione speciale con il mondo esterno.

Durante una seduta di musicoterapia, si può partire da un’analisi dei comportamenti stereotipati del soggetto e da una loro riproposizione, qualora non rappresentino per l’individuo un pericolo (per esempio, se il loro insorgere è associato ad eventi spiacevoli).

Ripresentando situazioni già note e creando così un’atmosfera piacevole ed accogliente, i soggetti con disturbi dello spettro autistico ottengono moltissimi vantaggi grazie alla musica.

Innanzitutto, imparano a socializzare, con il maestro e con i propri compagni (quando si tratta di terapie di gruppo), e ad esprimere senza timori e imbarazzi le proprie emozioni e sensazioni; apprendono lezioni importanti e termini nuovi grazie ai testi delle canzoni, e a comunicare efficacemente, non solo attraverso le parole, ma anche ai gesti e ai vocalizzi; hanno migliorie a livello cognitivo, poiché sembrerebbe che partecipare ad attività musicali attivi entrambi gli emisferi del cervello; sono spronati a sviluppare reazioni consone agli stimoli, riducendo i le stereotipie; sono portati a compiere azioni che mettono in connessione corpo e mente, grazie al ritmo; infine, si assiste a una riduzione dei comportamenti scaturiti dall’ansia, soprattutto se vengono proposti motivi con ritmo costante, come quelli della musica classica (come ipotizza una ricerca del 2006 dell’Università del Wisconsin La Crosse).

Considerazione finale sulle stereotipie autistiche

Le terapie basate sulla musica e sullo sport permettono di ottenere grandi benefici per chi è affetto da autismo, ma anche di non guardare alle stereotipie come a qualcosa di sbagliato o di cui provare vergogna, bensì come a uno strumento unico che essi hanno a disposizione per sprigionare la loro energia in maniera creativa, per mostrare agli altri il proprio mondo interiore, per esprimere il massimo del potenziale che hanno a disposizione.

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