Con il termine BES, si indicano tutti quegli studenti che, durante il proprio percorso formativo, hanno bisogno di ricevere delle attenzioni particolari a causa di ragioni e situazioni diverse, a volte temporanee a volte permanenti, comprovate da una diagnosi medica, certificate da determinate entità, o riscontrate dallo stesso sistema scolastico.
I Bisogni Educativi Speciali si possono suddividere in tre aree principali, che richiedono la stesura di un Piano Didattico Personalizzato e l’adozione di strategie differenziate:
Tra i BES rientrano anche i DAA o Disturbi Aspecifici dell’Apprendimento, caratterizzati tipicamente da capacità cognitive sotto alla media o correlati a patologie particolari, sensoriali (come la sordità), neurologiche (come l’epilessia), genetiche (Sindrome di Down e di Williams), organiche (come l’ipotiroidismo), psicologiche.
Già a partire dagli anni ’90 inizia a farsi sentire in Italia il desiderio di creare una didattica inclusiva, capace di garantire a chi ha bisogni educativi speciali le stesse possibilità di apprendimento dei propri compagni, difendendone e celebrandone allo stesso tempo la diversità. Questa esigenza si fa sempre più pressante, a causa di una società ogni giorno più variegata e sfaccettata, composta da soggetti che faticano a sentirsi accolti dalla società stessa e, nel caso specifico, dall’entità scolastica.
Così, nel 2017, viene pubblicato il Decreto Inclusione, volto a favorire l’integrazione degli alunni disabili all’interno del percorso scolastico. Il testo subisce modifiche sostanziali nel 2019 e il concetto di integrazione si trasforma in concetto di inclusione: gli obiettivi si ampliano, si evolvono, e non sono più strettamente destinati all’alunno con discapacità ma all’intero gruppo studentesco, che deve essere coinvolto nel processo di integrazione, e che può trovare nel contatto con la diversità un importante stimolo di crescita personale.
Pertanto, la didattica inclusiva si prefigge i seguenti obiettivi:
Per portare a compimento gli obiettivi in maniera efficace, sono stati messi a servizio della didattica inclusiva molti strumenti e strategie: da specifici approcci educativi, all’ausilio della tecnologia, all’introduzione di metodologie innovative, che stravolgono il concetto di insegnamento tradizionale.
Ecco una panoramica più dettagliata.
Approcci educativi e metodologie:
Impiego della tecnologia:
Questi ausili risultano efficaci soltanto quando applicati da un corpo docente preparato e consapevole: pertanto, la didattica inclusiva prevede anche l’apprendimento da parte degli insegnanti di competenze specifiche, di una formazione e di un aggiornamento costanti, per riuscire ad affrontare ogni scenario attraverso la strategia adeguata.
La didattica inclusiva contribuisce alla creazione di una società dove la disuguaglianza viene annullata, la parità promossa, e la diversità viene vista sempre meno come un punto di debolezza da sopprimere e da guardare con sospetto, e sempre più come una condizione a cui rivolgersi con sguardo curioso e aperto, consapevoli che da essa si possa apprendere molto e crescere come individui.
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