Nei primi anni di scuola si apprendono le basi di tutte le discipline. Molti bambini in questo periodo incontrano i primi ostacoli della vita; c’è chi non riesce proprio a risolvere i problemi oppure chi fa fatica a imparare a memoria le date storiche. E poi c’è la grammatica che, al pari della matematica, diventa l’incubo di tanti studenti. Questa materia è particolarmente complicata e richiede in ogni suo aspetto attenzione e impegno. L’ortografia, ad esempio, all’inizio può essere veramente difficile ma è necessario interiorizzarla perché fa apprendere tutte quelle norme e regole che permettono di scrivere bene, come, ad esempio, l’impiego corretto dei segni grafici e d’interpunzione.
Se è normale, per chi si approccia per la prima volta a questa disciplina, incontrare delle difficoltà, quando gli ostacoli continuano a presentarsi nel tempo, anche in età adulta, forse è il caso di approfondire la questione. Qualcuno potrebbe pensare che il bambino sia pigro e che non abbia voglia di applicarsi, ma in realtà potrebbe trattarsi di disortografia.
La disortografia è una difficoltà che si presenta nella scrittura; nello specifico riguarda l’ortografia e la correttezza nello scrivere e nell’interpretare perfettamente i segni e i fonemi della propria lingua. Il bambino disortografico, quindi, non riesce a seguire le norme di traduzione dal linguaggio parlato a quello scritto perché fa fatica a interiorizzarle. Pertanto i risultati che ottiene sono modesti o inferiori rispetto a quelli dei propri compagni. Questo non solo frustra lo studente, ma mina alla sua autostima e lo isola dal resto della classe. Per tale motivo è importante intervenire quanto prima e riconoscere i segnali della disortografia.
La disortografia si manifesta attraverso errori fonologici e non fonologici. I primi si riferiscono alla giusta corrispondenza tra suono e segno; un bambino o un adulto disortografico, ad esempio, potrebbero sostituire la b al posto della v, oppure invertire le lettere o ancora troncare le parole e aggiungere segni non dettati. Gli errori non fonologici, invece, hanno a che fare solamente con la rappresentazione ortografica delle parole; un esempio è la separazione di una parola che deve essere scritta unita (in sieme) o, al contrario, l’unione di segni che devono essere staccati (lamamma).
L’alunno disortografico si affatica nel fare una serie di attività scolastiche semplici e abitudinarie per tutti i suoi compagni. Sarà impedito nel completare molti compiti scritti, come ad esempio il dettato; avrà difficoltà a scrivere in maniera scorrevole o a realizzare un tema. Una chiamata alla lavagna sarà per lui un momento di terrore per via degli innumerevoli errori che potrebbe compiere. La persona disortografica, sia adulto che bambino, incontra tali ostacoli per una serie di motivi, ovvero una fatica nella percezione uditiva e visiva, nonché nell’organizzazione spazio-temporale, la difficoltà nel linguaggio e una più lenta metabolizzazione grafica.
È importante riconoscere la disortografia il prima possibile perché, come già accennato, l’alunno usa molte energie per operazioni scolastiche quotidiane che, a lungo andare, potrebbero risultargli troppo faticose e frustranti. Il dispendio di energie, il mancato ottenimento di risultati soddisfacenti e la consapevolezza di essere indietro rispetto al resto della classe, sono fattori che potrebbero contribuire a rendere il bambino o il ragazzo meno attratto dallo studio, più ansioso e più propenso alla tristezza e all’isolamento.
Solitamente questa difficoltà si manifesta attorno ai 7 o agli 8 anni, quando l’alunno frequenta il secondo anno della scuola primaria. Un genitore e un insegnante possono riconoscere alcuni segnali importanti osservando il bambino disortografico in classe o mentre fa i compiti a casa. Alcuni errori che può compiere sono stati già accennati in precedenza, ma ecco quelli più importanti:
Se l’adulto si rende conto che il bambino incorre spesso in queste difficoltà solo inquesta parte della grammatica e che per il resto riesce a studiare ad apprendere normalmente e non presenta un indole svogliata o pigra, è necessario correre ai ripari e pensare che possa trattarsi di disortografia. Naturalmente non si può fare una diagnosi da soli ed è fondamentale rivolgersi a un esperto della disciplina, come uno psicologo o un neuropsichiatra, affiancato da un logopedista. Attraverso uno screening e dei test specifici sarà possibile arrivare ad una valutazione, che sarà la base da cui partire per affrontare questo ostacolo.
Prima di proseguire è importante chiarire ogni dubbio e spiegare la differenza tra disortografia e disgrafia. Entrambe sono parte dei DSA e sono correlate a impedimenti legati alla scrittura; ma se la disortografia, come già detto, si lega alla scorretta codificazione dal linguaggio orale a quello scritto, e quindi al contenuto del testo, la disgrafia si riferisce all’abilità grafo-motoria, cioè coinvolge la forma della scrittura. Quindi un bambino o un adulto disgrafico faranno fatica a scrivere dritto e sullo stesso rigo e a rendere comprensibili, nonché ordinate, le proprie parole.
Sicuramente la scoperta precoce della disortografia porterà molti vantaggi al bambino. Infatti sarà possibile per lui seguire un percorso di riabilitazione che gli permetta di affrontare le difficoltà ortografiche che incontrerà durante il suo studio. Attraverso percorsi logopedici e neuropsicologici, il bambino disortografico riuscirà a colmare le lacune che possiede e a tornare in pari con i propri compagni.
Tutte le persone hanno dei punti di debolezza ed è fondamentale riconoscere e far emergere invece i punti di forza, in grado non solo di equilibrare la propria operatività, ma di accrescere l’autostima e abbattere tutti quegli ostacoli emotivi e psicologici che possono insorgere quando si incontrano spesso degli impedimenti che, agli occhi degli altri, sono delle attività meccaniche e semplici. Questo consiglio vale sia per gli adulti che per i bambini. Importante anche che i genitori insegnanti si attivino per supportare il figlio o l’alunno, attraverso strategie specifiche da applicare a scuola e a casa, quando si fanno i compiti.
Se sei un adulto disortografico, chiedi il supporto di un professionista e affronta senza timori questa difficoltà della quale non bisogna sentirsi in imbarazzo. Una lettura interessante sul tema può essere “La disortografia raccontata da una disortografica”, di Trevisol Loana E.,per edizioni Webster Press. Inoltre, grazie alle moderne tecnologie e al web, è possibile attenuare le fatiche che s’incontrerebbero, altrimenti, scrivendo a mano. Anche dizionari e vocabolari, in formato pocket o digitale, da portare con sé quando si deve fare un esame universitario, un test scritto o altre operazioni simili, possono essere molto utili.
Infine è importante prendersi il tempo di cui si ha bisogno: solo così si potranno ottenere risultati migliori e conquistare benessere e serenità.
Umanispeciali.it è una iniziativa pro-bono
creata e sostenuta con amore dalla It Is Life S.r.l.
P.iva IT03333580243